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Agenda Renzi / 20

13.3.2012. Querelo. No, non querelo. Ma mi si nota di più se querelo o se lo annuncio e poi me ne sto in disparte? Aggiornarsi. Mandare un sms a B: “Che fine hai fatto? Certo che ‘sti tecnici sono proprio tirchi. E Monti mi dà solo tè amaro. Torna presto. Saluta Gianni”. Lusi, querelarlo. Bechis, annunciarlo. Farsi mandare da da Empoli foto dal mare. Rassicurare Pigi: non mi candido più (forse).

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Il Cav. Di Pietro

«L’Italia si sta avviando lentamente verso una rischiosa deriva antidemocratica: manca solo l’olio di ricino. È tempo di scendere nelle piazze e di passare alla protesta attiva per non assistere più a questo scempio di democrazia. Quella della Corte non è una scelta giuridica ma politica per fare un piacere al capo dello Stato, alle forze politiche e alla maggioranza trasversale e inciucista che appoggia Monti, una volgarità che rischia di farci diventare un regime».

(Antonio Di Pietro, dopo il doppio no della Consulta al referendum, 12 gennaio 2012)

«Il capo dello Stato sapete voi da che parte sta. Abbiamo giudici della Corte costituzionale eletti da tre capi dello Stato di sinistra, che fanno della Corte costituzionale non un organo di garanzia ma politico».

(Silvio Berlusconi, dopo la bocciatura del Lodo Alfano, 7 ottobre 2009)

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Dopo il Cav, le ripartenze (ci vorrebbe un nemico)

dal CORRIERE FIORENTINO, 15/11/2011

Mario Monti, per quanto tecnocratico, professorale e – come si dice in una sorta di linguaggio da massoneria dell’intelletto – «bocconiano», è evidentemente un predestinato, lo testimonia anche l’anagramma del suo nome, quel Rimontiamo che è qualcosa di più di una semplice parola chiave su Twitter. Adesso è il tempo di Full Monti, lo scaccia-spread, è il tempo delle rimonte, alle quali corrispondono altrettante ripartenze e cambi di tattica e strategia. Continua a leggere

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Breve vita felice (e doppio brindisi) degli avvoltoi di Clemente VII

dal CORRIERE FIORENTINO, 10/11/2011

Ognuno ha i suoi problemi, il suo film, e a giro si vedono scene da fine impero, con topolini e topoloni che, certi di non essere più ricandidati al prossimo giro, abbandonano la nave madre alla ricerca di più facili e immediati ricollocamenti parlamentari. Berlusconi li chiama traditori, il Giornale li scheda con foto e nomi in prima pagina e il titolo «i giuda che hanno pugnalato il governo», li guardi e trovi in mezzo anche Alessio Bonciani, che nel 2008 riuscì a entrare alla Camera perché altri, candidati in più regioni, scelsero di non essere eletti in Toscana e per lui si liberò uno spazio. L’altro giorno ha lasciato il Pdl per l’Udc. Ma siccome tutto si tiene, e la caduta berlusconiana non-ancora-avvenuta ha effetti anche sul centrosinistra e sul destino politico di Matteo Renzi, dall’altra parte, nel Pd, per qualche ora si sono fregati le mani perché le (fino a due giorni fa) probabilissime elezioni di gennaio con i moon boot ai piedi e la neve fin dentro i seggi si sono fatte meno probabili, ma se comunque alla fine si facessero davvero impedirebbero lo scoppio del Big Bang. Con le elezioni nel 2013 sarebbe tutto diverso. Continua a leggere

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Pippo Franco e la resa dei conti

E insomma è un gran casino, mentre impazza su Twitter #laresadeiconti, mentre Bondi si presenta in televisione a Ballarò, in versione agnello sacrificale, e ha un gran coraggio, bisogna ammetterlo, oppure una serena incoscienza, vedete voi, e insomma è un gran casino, mentre Renzi realizza che forse forse è meno facile di prima la sfida a Bersani se si vota a gennaio/febbraio, e c’è il rischio che le primarie non si facciano e che fra il Big Bang e l’estinzione dei dinosauri passi effettivamente un po’ più di tempo, ed è davvero un gran casino, con Berlusconi che annuncia le dimissioni e fa le smorfie ed è costretto a «prendere atto» che non ha più la maggioranza, è ferma a 308, ma è solo quando Pippo Franco annuncia che al Bagaglino non si faranno più le imitazioni dei politici che capisci che, caspita, un mondo sta per finire e non siamo ancora nel 2012.

DUE PUNTO ZERO, dal CORRIERE FIORENTINO, 9/11/2011

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La foto più bella della giornata di ieri comunque è questa

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Ryanair (ed è tutto vero)

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Gattopardi e sciacalletti

“Noi fummo i Gattopardi, i Leoni; quelli che ci sostituiranno saranno gli sciacalletti, le iene; e tutti quanti Gattopardi, sciacalli e pecore, continueremo a crederci il sale della terra”. (Il Gattopardo).

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Pdl meno 2: lo strappo toscano

dal CORRIERE FIORENTINO, 4/11/2011

Il deputato Alessio Bonciani lascia il Pdl. Dopo aver annunciato dimissioni da coordinatore (poi ritirate dando colpa ad hacker inesistenti), dopo aver lasciato davvero l’incarico e dopo i tentennamenti con Fli di qualche mese fa, Bonciani passa all’Udc e aumenta le preoccupazioni della maggioranza in vista del voto di fiducia sulle misure anti-crisi. Denis Verdini da ieri sera ha già ripreso in mano il pallottoliere del partito a caccia di nuovi deputati per sostituire il fiorentino Bonciani, che ha scelto il partito di Casini in linea, dice, con i valori in cui crede, «quelli del Ppe», e l’onorevole Ida D’Ippolito di Lamezia Terme. Anche perché la maggioranza rischia di andare sotto quota 316 deputati e quindi di essere pericolosamente vicina alla soglia di 314 con cui riuscì a salvarsi lo scorso 14 dicembre, ottenendo la fiducia per soli tre voti.  Continua a leggere

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Due punto zero / il Liquido Democratico, il Whisky Pdl

dal CORRIERE FIORENTINO, 22/9/2011

La leadership di Bersani si era prontamente rianimata grazie ai «ma siam pazzi» di Crozza, ma a un certo punto la faccenda è diventata ridicola e sembrava che fosse Bersani a imitare Crozza e non viceversa. Comunque, anche dall’altra parte non sono messi benissimo. Ogni giorno spunta fuori qualcuno che chiede a Berlusconi di farsi da parte, e l’altra sera il Cav. in preda al panico ha pure telefonato a Ballarò, ma non si sentiva nulla (forse era il peruviano, di nuovo padrone della sua scheda sim). Naturalmente anche il Pd fiorentino ha le sue scocciature, anche se meno impegnative di chi è alle prese con Penati. Dice su Facebook la consigliera comunale Cecilia Pezza, tardocontiana, che nel suo partito c’è chi ha già rispolverato la «polemica D’Alema-Veltroni». «Questa riedizione del confronto partito solido-partito liquido ha decisamente il sapore della nostalgia!» dice Pezza riferendosi a Renzi, che avrebbe ritirato fuori l’argomento durante una recente riunione del gruppo prima del Consiglio comunale. Sempre per una strana legge della simmetria politica, anche i berlusconiani nostrani non se la passano bene, fra defezioni e abbandoni. Niente a che vedere con le discussioni del Pd sul partito solido-liquido, Penati o con qualche Terry De Nicolò, ci mancherebbe. Dicono però che al gruppo Pdl di Palazzo Vecchio da giorni stiano arrivando coperte, whisky e pezzi di cioccolato per superare la nottata.

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