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Bersani e la grande fuga dal Pd: “Chi vuol discutere non esce”

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PISTOIA — «Non credo che la risposta possa essere: vado fuori». Cinema Astra, metà pomeriggio. Pier Luigi Bersani è a Lucca per sostenere il candidato Alessandro Tambellini, il prof che a maggio sfiderà il sindaco uscente Mauro Favilla. Platea piena, bandiere del Pd e dei Gd sventolanti. Poco prima aveva incontrato i sindacati. In attesa di salire sul palco commenta l’addio dei militanti pistoiesi del Pd e sostenitori della lista «Scegliamo Pistoia»: «Spero che ci ripensino, se uno vuol discutere non va fuori, sennò non discute più. Ci sono vari modi per risolvere le questioni, ma soprattutto ci sono dei luoghi dove discuterne». Continua a leggere

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Pistoia, Pd con strappo per Bersani

DAL NOSTRO INVIATO

PISTOIA — La precisione dell’annuncio è scientifica, coincide con l’arrivo di Bersani in Toscana, oggi a Lucca e Pistoia per sostenere i candidati alle amministrative. Nella sede del partito provinciale di via Bonellina le telefonate si moltiplicano, c’è la cena con il segretario da organizzare, 20 euri per sedersi a tavola con il Pier. Un manifesto campeggia appeso al muro, vicino all’entrata: «Iscriviti al Pd, per costruire il futuro». E suona come una beffa.
Lo strascico delle primarie pistoiesi mai definitivamente chiuse trova l’epilogo più funesto: i bartoliani dell’associazione Scegliamo Pistoia hanno deciso di non rinnovare la tessera, e quindi di abbandonare il Partito Democratico. Lo strappo arriva dopo settimane di discussione interna («lista civica o no?») e l’esclusione di Roberto Bartoli, secondo arrivato alle primarie con 3.500 voti pari al 28 per cento, dall’elenco dei Democratici per il Consiglio comunale. «139 militanti lasciano il partito» scrivono sul loro sito al mattino (a tarda sera saranno 140). «Motivo della nostra decisione è il trattamento da noi subito, come minoranza interna al Pd pistoiese e come sostenitori di Roberto Bartoli», che non potrà rientrare in Consiglio. I bartoliani ce l’hanno con i due segretari, Paolo Bruni (comunale) e Marco Niccolai (provinciale), che hanno mancato «al loro ruolo di garanti e di coordinatori dell’intero partito e assolventi con programmatica continuità e crescente spudoratezza una funzione di salvaguardia unilaterale degli interessi, per lo più personali, di alcune figure di spicco della maggioranza del partito». Quali? Nel documento non c’è scritto.  Continua a leggere

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Agenda Renzi / 22

16.3.2012. Scuole, cambiare nomi. Intitolare liceo Galileo a Steve Jobs; il liceo Machiavelli a Larry Page & Sergey Brin. Meno vecchiume, più pop. Rass. Pigi. Mandare sms a Casini: dammi una mano con Corrado. Pensare a nuovi slogan per il 2014; ora le facce sono meno nuove. Confessarsi. Sempre da solo.

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Agenda Renzi / 21

14.3.2012. Chiamare Corrado: “Dai, unisciti a me”. Spernacchiare Rossi; illiberale. Rilasciare intervista a Ft con critica british a Monti. Mandare Sms a Dan, chiedergli se vuole venire a vedere la Battaglia. Suggerirgli citazione per il prossimo libro: “Il codice da Renzi”. Rassicurare Pigi.

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Agenda Renzi / 20

13.3.2012. Querelo. No, non querelo. Ma mi si nota di più se querelo o se lo annuncio e poi me ne sto in disparte? Aggiornarsi. Mandare un sms a B: “Che fine hai fatto? Certo che ‘sti tecnici sono proprio tirchi. E Monti mi dà solo tè amaro. Torna presto. Saluta Gianni”. Lusi, querelarlo. Bechis, annunciarlo. Farsi mandare da da Empoli foto dal mare. Rassicurare Pigi: non mi candido più (forse).

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Il rottamatore Emiliano

Michele Emiliano gioca a fare il rottamatore alla Zanzara su Radio 24: «Il Pd è in mano a gente troppo legata al passato, senza capacità di innovazione. Voglio bene a Bersani, ma non è stato in grado di trasformare il partito nello strumento di cambiamento del Paese. Per questo ci vuole una lista civica, altrimenti chi si candida piu’ con questi partiti?».

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Rottamazione addio

Editoriale di PAOLO ERMINI, dal CORRIERE FIORENTINO, 29/1/2011

E Renzi ora che fa? La domanda rimbalza ormai con una certa frequenza, e non solo fra i protagonisti e gli osservatori della politica italiana. Se lo chiedono anche parecchi fiorentini, e con qualche buona ragione, visto che si tratta del loro sindaco. Certo è che il governo Monti ha cambiato parecchie carte sul tavolo. La rottamazione è stata la fortunata (ancorché brutale) parola d’ordine di una campagna che ha lanciato il suo autore sulla ribalta nazionale. Ma era tutta giocata contro. Continua a leggere

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Un accigliato Bersani contro l’Idv e Di Pietro

«A Di Pietro lo dico amichevolmente, malgrado qualche volta si sia lasciato andare a termini come “inciucio”: sia chiaro, noi questo atteggiamento ad un alleato non lo consentiamo. Ciascuno si prenda le responsabilità per quello che dice. Aggiungo anche, e lo dico con il sorriso sulle labbra, che invece di tirare per la giacca me e lavarsene le mani, sarebbe meglio se si impegnasse anche lui in Parlamento. Se tutti dicessimo “voto solo quello che mi piace”saremmo al punto di partenza. Io accetto tutto, ma non le furbizie e all’Idv sottolineo che noi in Parlamento votiamo anche il loro documento sull’Europa».
(Bersani intervistato oggi dall’Unità)

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“Il Pd guarda con interesse ai mondi rappresentati da Passera”

Dice, All’AdnKronos, Matteo Orfini, responsabile Cultura e informazione del Partito Democratico: “Vogliamo costruire un Pd per essere il baricentro di un progetto di cambiamento dell’Italia. E’ giusto, quindi, che le varie aree politiche si organizzino e noi guardiamo con grande interesse ai mondi che Passera rappresenta, il dialogo è aperto, ma il punto di sintesi di una qualsiasi alleanza elettorale e progetto politico non può che essere Bersani”.

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Bersani: “Congresso anticipato? Non ci penso neanche”

Da qualche giorno si è tornati a parlare dell’eventualità che il Pd anticipi il congresso. Oggi Bersani, presentando un libro, se n’è uscito così: “Lasciate che circoli la voce. Decido io e io non ci penso neanche”.

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