Trasparenti e sulla Rete, come funzionano i finanziamenti all’americana

I riferimenti politico-culturali al modello americano sono sempre stati molto presenti nelle campagne elettorali di Matteo Renzi. Non solo negli slogan o nelle citazioni obamiane. Basti pensare a «Prima Firenze!», che prendeva spunto dall’«America First» di John McCain, il candidato repubblicano che sfidò e perse la competizione con Obama nel 2008. La questione, soprattutto, riguarda il fundraising. Le cene di Renzi da mille euro a cranio fanno parte di una consuetudine americana. Se andate sul sito di Obama ci sono ancora un paio posti liberi per cenare insieme al candidato: «Dinner with Barack». Magari in alto a destra di barackobama.com vi sarete accorti del tasto «donate». Potete iniziare da lì il viaggio nel magico e trasparente mondo del finanziamento delle campagne elettorali segli Stati Uniti, dove le lobby sono così connaturate alla vita americana («as American as apple pie») da essere regolate da un registro.

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“E come John Kerry, parla francese”

Newt Gingrich, candidato alle primarie repubblicane nonché inventore del popolare Contract with America degli anni Novanta (in Italia fu ripreso da Berlusconi e trasformato nel Contratto con gli italiani), ha fatto un video elettorale per dire che Mitt Romney, probabile sfidante di Obama alle elezioni americane, non è abbastanza conservatore. Tra i motivi, il fatto che l’ex governatore del Massachusetts parli francese.

Il Veltroni autentico

Dice Christian Rocca che il repubblicano Romney “a volte sembra il Rutelli parodiato da Corrado Guzzanti”. C’è di peggio. Potremmo scoprire che Obama è il Veltroni autentico.