Pistoia, Pd con strappo per Bersani

DAL NOSTRO INVIATO

PISTOIA — La precisione dell’annuncio è scientifica, coincide con l’arrivo di Bersani in Toscana, oggi a Lucca e Pistoia per sostenere i candidati alle amministrative. Nella sede del partito provinciale di via Bonellina le telefonate si moltiplicano, c’è la cena con il segretario da organizzare, 20 euri per sedersi a tavola con il Pier. Un manifesto campeggia appeso al muro, vicino all’entrata: «Iscriviti al Pd, per costruire il futuro». E suona come una beffa.
Lo strascico delle primarie pistoiesi mai definitivamente chiuse trova l’epilogo più funesto: i bartoliani dell’associazione Scegliamo Pistoia hanno deciso di non rinnovare la tessera, e quindi di abbandonare il Partito Democratico. Lo strappo arriva dopo settimane di discussione interna («lista civica o no?») e l’esclusione di Roberto Bartoli, secondo arrivato alle primarie con 3.500 voti pari al 28 per cento, dall’elenco dei Democratici per il Consiglio comunale. «139 militanti lasciano il partito» scrivono sul loro sito al mattino (a tarda sera saranno 140). «Motivo della nostra decisione è il trattamento da noi subito, come minoranza interna al Pd pistoiese e come sostenitori di Roberto Bartoli», che non potrà rientrare in Consiglio. I bartoliani ce l’hanno con i due segretari, Paolo Bruni (comunale) e Marco Niccolai (provinciale), che hanno mancato «al loro ruolo di garanti e di coordinatori dell’intero partito e assolventi con programmatica continuità e crescente spudoratezza una funzione di salvaguardia unilaterale degli interessi, per lo più personali, di alcune figure di spicco della maggioranza del partito». Quali? Nel documento non c’è scritto. 
Poi arriva l’attacco al candidato sindaco, perché insieme al comportamento «iniquo e anti-democratico degli organi dirigenti, si allinea evidentemente quello di Samuele Bertinelli, programmaticamente deciso a ignorare questa emergenza democratica che nulla ha a che spartire con logiche personalistiche e ambizioni individuali — ciò che invece si potrebbe imputare proprio alla sua decisione di non affrontare il problema». Dall’associazione fanno sapere che oltre ai 140 iscritti ce ne sono altri che preferiscono non comparire pubblicamente. La reazione del Pd è furente: «Apprendiamo con dispiacere — dicono Bruni & Niccolai — che alcuni iscritti lasciano il partito e li invitiamo a riconsiderare la loro decisione». In un primo momento sul sito compaiono solo venti firmatari: «Non conosciamo, allo stato, i nominativi di molti di loro — dicono i segretari — mentre dei venti firmatari corre l’obbligo di ricordare che alcuni di essi si sono iscritti a dicembre 2011, immaginiamo dunque per supportare la candidatura di Roberto Bartoli, mentre altri non sono più iscritti da anni». Sei o sette, spiegano dal Pd, si sarebbero iscritti a fine anno per partecipare alle primarie, mentre due non sarebbero più iscritti. Solo in tarda serata uscirà l’elenco completo con 140 nomi. Qualcuno di loro potrebbe anche non votare più per i Democratici. È Bartoli a spiegarlo: «Io stesso probabilmente non voterò Pd. E come me ce ne saranno altri. Sto vagliando le varie possibilità, è difficile sostenere chi dei principi di pluralismo non gliene importa nulla». Bartoli, dicono che i suoi sostenitori si sono iscritti solo per votare lei; quindi insomma non è una gran perdita per il Pd. Che ne pensa? «Dichiarazioni inaudite — risponde — questa è solo la controprova del fatto che non hanno mai tenuto in considerazione parte del partito, che è stato gestito in maniera privata». È quest’ultima accusa, messa nero su bianco nell’attacco dei bartoliani, a far arrabbiare e non poco i segretari: «Invitiamo l’estensore o gli estensori della lettera a dire con chiarezza, se li conoscono, quali “interessi per lo più personali” tuteliamo. Nella lettera non vi sono e, pertanto, queste insinuazioni sono gravi e inaccettabili, proprio perché gratuite e infondate, tese ad un discredito di questo partito». Inoltre per il Pd Bartoli, dai banchi del Consiglio, si è comportato scorrettamente portando avanti una guerriglia, «per cinque anni, dai banchi del consiglio verso l’amministrazione uscente, che avrebbe invece dovuto sostenere lealmente». Ed è per questo che è stato escluso dalle liste.
La sortita dei bartoliani trova poco consenso fra i vertici del Pd. Il segretario regionale Andrea Manciulli la ritiene una scelta «sbagliata» perché «avviene nel pieno della campagna elettorale, che dovrebbe vedere tutti, non soltanto gli iscritti ma anche i simpatizzanti, protesi e concentrati a vincere le elezioni». «È una mossa da Pierino — aggiunge Stefano Bruzzesi, responsabile enti locali — l’avrei compresa, ma non condivisa, nel momento dell’uscita di Bartoli dal Pd; farlo adesso a distanza di diversi giorni, proprio all’arrivo del segretario Bersani, non mi pare molto elegante». Il vicepresidente del Senato Vannino Chiti invece critica la scelta degli iscritti, «sbagliata» perché avviene a pochi giorni dalle elezioni, ma anche l’operato del partito: «È segno che il Pd non riesce ancora a vivere ovunque come una forza politica che si apre, e non teme la partecipazione e il pluralismo». La situazione di Pistoia «è frutto anche di scelte negative, che interpretano la vita di un partito come plasmata dalla presenza esclusiva delle maggioranze del momento, quelle congressuali o addirittura quelle risultanti alle primarie». Chiti è preoccupato anche dall’«impotenza degli organismi dirigenti, a tutti i livelli, che avevano ben presente quanto stava accadendo».
«Be’, evidentemente — ironizza Bruzzesi — anche Chiti era molto preso dal suo ruolo di vicepresidente del Senato. Avrebbe potuto dire qualcosa per tempo, in quanto figura prestigiosa e autorevole…». E il candidato sindaco Bertinelli? Non pervenuto. «Sono in riunione», ci dice alle quattro del pomeriggio, «sentiamoci dopo». Lo chiamiamo più volte; l’ultima telefonata è delle otto: il cellulare squilla a vuoto. Anche lui tutto impegnato a preparare la cena per il segretario…

David Allegranti

dal CORRIERE FIORENTINO, 13/4/2012

2 commenti

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2 risposte a “Pistoia, Pd con strappo per Bersani

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  2. icittadiniprimaditutto

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