A loro andrà così. Previsioni semiserie per il 2012

(Attenzione, maneggiare con cura: è satira, è paradosso, è ironia)

dal CORRIERE FIORENTINO, 31/12/2011

Il libro su Marx e il tag di Fidel (Enrico Rossi)

Dove eravamo rimasti», è il titolo del libro del presidente toscano che sta per andare in stampa, una monografia il cui brillante sottotitolo è: «Perché abbiamo sbagliato a liberarci di Marx così presto». Geniale l’introduzione di Marco Rizzo, segretario dei comunisti italiani, scritta come se fosse su Facebook taggando Fidel Castro e Kim Jong-il. Nonostante i buoni propositi di restare «fermi, saldi e uniti», l’alleanza regionale perderà qualche pezzo. L’Idv se ne andrà dopo che Rossi avrà definito «iniziativa personale» una sferzante battuta piena di humour tecnico (Monti-style) della Marson all’indirizzo di Riccardo Conti. 

Chinassi apre il club dell’Oasi (Gianni Gianassi e Adriano Chini)

Il ciclo del Chinassi rischia di esaurirsi nel giro di qualche anno, quando ci saranno nuove elezioni. Ed è meglio così, anche perché se Renzi dovesse lasciare Firenze con chi se la potrebbero prendere Chini&Gianassi? Comunque vada, il 2012 sarà il loro anno e finirà col botto: l’aeroporto naturalmente non si farà manco stavolta (farà la fine del nuovo stadio e della linea 3 della tramvia), e i due sindaci potranno appuntarsi una bella stelletta delle Giovani Marmotte sul petto. Sarà un trionfo e per l’occasione fonderanno il club in difesa dell’uccello migratore dell’oasi di Focognano.

Oronzo Rossi prova il 5-5-5 (Delio Rossi)

I moduli li ha provati tutti, il 5-5-5 di Oronzo Canà non lo può fare solo perché altrimenti a Montolivo detto er fighetta s’arrossano le gengive. Memore degli antichi fasti laziali contro la Roma, l’allenatore della Fiorentina farà una promessa: «Se arrivo fra le prime quattro in classifica faccio un tuffo nell’Arno come Giani, e pazienza se poi mi spunta un terzo occhio come ai pesci dei Simpson». In alternativa ci sarebbe il Biancone, ma quello tocca già a Nardella quando riuscirà a mettere a portare a termine una delle cento cose che gli passano per la bocca.

Il Big Bang in franchising (Matteo Renzi)

«O svolta o morte» è il nuovo slogan dopo «È primavera Firenze», «A viso aperto». Nel 2012 Renzi lavorerà al do tank, aprirà in franchising uffici del Big Bang in tutta Italia (in omaggio anche una licenza per vendere lampredotti e vino) e scriverà un nuovo libro, uno di quegli agili volumetti per manager: «Diventa ciò che vorresti essere anche se (forse) non lo sarai mai». Il 2012 sarà l’anno dell’assalto al cielo piddino. Appunto: «O svolta o morte». In attesa di capire cosa farà Corrado Passera, Renzi continuerà a telefonare a Pierferdi Casini e a frequentare i corsi dello Shenker, grazie ai quali adesso parla in perfetto anglo-rignanese.

Remake di se stesso, con Bersani in braccio (Roberto Benigni)

Da quando non c’è più Berlusconi pure Benigni ha smesso di far ridere. L’Italia dei Valori invece strappa ancora sorrisi, insieme a qualche giornale manettaro che non riesce a rinunciare al Cavaliere. Di solito quando gli scrittori vanno in crisi i loro editori cominciano a ripubblicare i vecchi romanzi di successo. Può succedere anche ai registi-comici-attori-presunti vati che recitano Dante in diretta tivvù pensando d’essere stati loro a scrivere la Divina Commedia. Nel 2012 Roberto farà qualche remake di se stesso: prenderà in braccio Bersani, toccherà il pacco a Fabio Fazio, girerà «La vita è ancora più bella», «Johnny Stecchino — La vendetta del Cav», dove la battuta più memorabile sarà (naturalmente in siculo-fiorentino): «Il problema dell’Italia è lo spread».

Denis, il gran ritorno delle aragoste (Denis Verdini)

Dopo l’anno della Grande Caduta — il 2011 — Verdini probabilmente ha capito che è inutile stare nel Pdl in Toscana. Per questo lancerà, sul modello del Partito radicale, la doppia tessera: Pd come prima iscrizione per i toscani, Pdl come seconda (viceversa nelle altre regioni, ad esclusione dell’Emilia Romagna). Così il centrodestra potrà dribblare tutte le inchieste e le varie procure d’Italia, non una sola intercettazione uscirà più sui giornali, e Verdini potrà ricominciare a telefonare a Fusi — lui che la tessera del Partito Democratico ce l’ha da un paio d’anni almeno — e ordinare aragoste. Così la sinistra non potrà più vantare chissà quale superiorità antropologica.

Tre cene al giorno (in Giani style) (Dario Nardella)

Neanche quest’anno riuscirà a diventare assessore alla Cultura. Sicché, dopo sviluppo economico, sport e una batteria di pentole si prenderà in carico anche la moda e le varie ed eventuali (che poi è il posto lasciato libero da Elisabetta Cianfanelli). Lancerà una massiccia campagna per prendere il posto di Renzi. Prenderà lezioni di public speaking. Non gli basteranno i voti delle associazioni culturali, di Vannino Chiti ed Enzo Cheli e dovrà andare a ripetizioni da Eugenio Giani. Ogni sera due o tre cene: antipasto alla cena sociale dei calcianti di Santo Spirito, primo da Titta Meucci e per secondo tutti da Anna Benedetti. Dopo occhiali e barba, si toglierà anche il ciuffo vicesindacale e scriverà un saggio per capire come mai Italia ce la poteva fare e non ce l’ha fatta.

La filosofia lacrime & mutande (Monica Castro)

Monica Castro è solo la prima del nuovo movimento politico delle «Smutandate», l’omologo politico post-femminista delle sinistrorse di «Se non ora quando?». Il problema è che mentre le filosofe da quelle parti non mancano e producono ogni giorno pagine e pagine di giornale, nel Pdl si fa fatica ad andare oltre la poesia del sandrobondismo. Finirà così. Finirà che Monti dopo le manovre lacrime (della
Fornero) e sangue (un po’ nostro) costringerà tutti a iscriverci al movimento della consigliera di Calenzano, così avrà compimento la profezia di Tony Giddens: «Oltre la destra e la sinistra». E un grido si alzerà dai banchi degli eletti nel corso delle asseblee: «Se non Monti, chi?».

Una stanza per due, insieme al Cobra (Giuliano da Empoli)

Quando diventerà pienamente operativo come direttore del do tank del Big Bang (sembra il ritornello di una canzone nell’inglese di Celentano ma non lo è) sentirete tappi di spumante volar via in qualche casa di gente vestita con le giacche di velluto: saranno i festeggiamenti di mezza città — associazioni culturali, teatranti vari — che avrà finito di brindare per la sua dipartita amministrativa. Partirà per un periodo sabbatico di qualche mese nei suoi amati Stati Uniti, scriverà libri, poi tornerà e dividerà la pensione in via Martelli con Giorgio Gori. Al contrario di «Smiling cobra» che si è appena iscritto al partito (un po’ come diventare fascisti l’8 settembre), da Empoli rifiuterà la tessera del Pd gentilmente offerta dal circolo dell’Isolotto.

Le consolazioni della soprintendente (Cristina Acidini)

Perderà la battaglia con il renzismo, le sovrintendenze — o soprintendenze o come perdincibacco si chiamano — spariranno per decreto montiano insieme all’elenco dei pubblicisti e lei per tutta risposta farà interviste immaginarie al leader del passato, sulla falsariga di quella già fatta ai Vasari, per interrogarli su quanto erano belli i loro tempi e su come invece è degenerata la classe politica. Critiche a Renzi pioveranno da Aldo Moro e Alcide De Gasperi. Infine, giungerà anche la vendetta postuma del da Empoli, che prima di partire per il sole della costa americana, trasformerà l’Opificio delle pietre dure nel suo personale ripostiglio per libri e giornali.

Lo zoccolo di cavallo firmato Leonardo (Leonardo da Vinci)

Forse prima della fine del mondo sarà annunciata la scoperta della Battaglia di Anghiari, o quel che ne rimane. Seracini troverà uno zoccolo scrostato e basterà quello a Palazzo Vecchio e al National Geographic per aprire una mostra e fare un festino nel Salone dei Cinquecento (cui saranno invitati anche i professoroni, ma solo per poter dedicare loro una pernacchia). Ma se invece non dovessero trovare nulla, Leonardo passerebbe alla storia come uno che porta sfiga. Basta vedere cos’è successo anche al Louvre, dove due membri del comitato scientifico che segue il restauro del dipinto Sant’Anna, la Madonna e il Bambino si sono dimessi. Motivo: troppo invasiva la tecnica utilizzata dal museo. Una pernacchia anche per loro.

L’operaismo Hugo Boss del frondista Mairaghi (Marco Mairaghi)

Per meriti speciali, Bersani lo inserirà nelle liste elettorali del 2012/2013 in quota Livore. Potrà fare su e giù con la sua Audi operaia e, quando alla fine riuscirà ad arrivare a Roma anche il sindaco di Firenze, dedicarsi alla fronda antirenziana. Marco Mairaghi sarà il paladino dei Barducci e dei Rossi, il Pd lo manderà tutti i giorni in televisione a duellare con Renzi che nel frattempo avrà rifondato la Balena Bianca insieme a Passera, Monti, Rutelli e Casini. Scriverà un altro manifesto, sarà un capolavoro. Lo insegneranno nelle scuole di Campi e Sesto, le Frattocchie 2.0 terranno una lezione speciale e lui, Mairaghi, regalerà interviste nelle quali dirà di ispirare la sua azione politica al Sessantotto della Valdisieve. Poi correrà a comprarsi un abito di Hugo Boss in piazza della Repubblica.

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Una risposta a “A loro andrà così. Previsioni semiserie per il 2012

  1. icittadiniprimaditutto

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